Sulla Gazzetta Ufficiale n. 212 del 10 settembre 2024 è stato pubblicato il Decreto legislativo 6 settembre 2024, n. 125, di recepimento della Direttiva UE sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD).
Il decreto contiene importanti novità sulle informazioni da inserire nel bilancio di esercizio: infatti, in aggiunta a quelle di carattere finanziario, occorrerà inserire anche le informazioni di sostenibilità sugli impatti, i rischi e le opportunità legate ai temi ESG (Environmental, Social and Governance), già richieste alle imprese di grandi dimensioni (volume d’affari di oltre 50 milioni di euro, un attivo di oltre 25 milioni di euro ed oltre 250 dipendenti).
L’obiettivo è quello di migliorare la trasparenza verso gli stakeholders, promuovendo pratiche aziendali sostenibili attraverso l’obbligo di fornire informazioni qualitative e quantitative sull’impatto che l’impresa ha sulle questioni di sostenibilità e sul modo in cui tali questioni influiscono sull’andamento dell’impresa e sui suoi risultati.
Soggetti obbligati e tempi di applicazione
La CSRD si applica progressivamente ad una amplia platea di imprese:
- dal 1° gennaio 2024 si applica alle imprese quotate in borsa, che superano almeno due dei seguenti limiti:
- totale attivo dello stato patrimoniale superiore a 25 milioni di euro (rispetto ai precedenti 20 milioni della Non Financial Disclosure Regulation recepita dal D.Lgs 254/2016);
- ricavi netti superiori a 50 milioni di euro (rispetto ai 40 milioni della NFDR);
- oltre 500 dipendenti.
- dal 1° gennaio 2025 si applica alle imprese, anche non quotate, che superano almeno due dei seguenti limiti:
- totale attivo dello stato patrimoniale superiore a 25 milioni di euro;
- ricavi netti superiori a 50 milioni di euro;
- oltre 250 dipendenti.
Successivamente l’applicazione sarà estesa, dal 1° gennaio 2026, alle PMI quotate in borsa (escluse le micro-imprese) che comprendono quelle con fatturato superiore a 900.000 euro, attivo superiore a 450.000 euro e numero medio di dipendenti occupati compreso tra 11 e 250 unità.
Dal 1° gennaio 2028, l’obbligo verrà esteso riguarderà anche le imprese di Paesi terzi (extra UE) che generano ricavi nel territorio dell’Unione superiori a 150 milioni di euro.
I nuovi obblighi
La CSRD introduce molteplici obblighi di rendicontazione da includere in una apposita sezione della relazione sulla gestione, necessari a comprendere l’impatto dell’impresa sulle questioni di sostenibilità e come le questioni di sostenibilità influiscono sull’andamento aziendale.
In particolare, occorre includere:
- la descrizione del modello di business e della strategia aziendale;
- la descrizione del ruolo e delle competenze e capacità degli organi di amministrazione e degli organi di controllo;
- la descrizione delle politiche dell’impresa in relazione alle questioni di sostenibilità;
- la descrizione delle procedure di ‘due diligence’, ove applicabili;
- i principali impatti negativi, effettivi o potenziali, legati alle attività dell’impresa e alla sua catena del valore, comprendendo in questo caso anche la catena di fornitura, nonché le azioni intraprese dall’impresa per prevenire o attenuare impatti negativi o per porvi rimedio;
- la descrizione dei principali rischi per l’impresa connessi alle questioni di sostenibilità e la loro modalità di gestione;
- gli indicatori pertinenti alla comunicazione delle informazioni di cui sopra.
La rendicontazione di sostenibilità è soggetta ad una specifica attestazione che può essere affidata allo stesso revisore legale o società di revisione del “bilancio di esercizio” o un diverso revisore legale o società di revisione; nella prima fase di applicazione della norma, le conclusioni del revisore dovranno essere espresse sulla base di un livello di sicurezza assimilato alla “limited assurance”, mentre è prevista una evoluzione alla forma della “reasonable assurance” (la stessa prevista per il “bilancio di esercizio”), non appena la Commissione Europea avrà adottato degli specifici atti delegati.
Gli impatti
Va precisato che, nonostante l’obiettivo del provvedimento sia quello di assoggettare direttamente agli obblighi di rendicontazione le imprese di dimensioni più rilevanti, potrebbero esservi impatti riflessi anche su gran parte delle imprese di minore dimensione.
Queste ultime, infatti, potrebbero doversi misurare con i nuovi obblighi in quanto le grandi aziende saranno tenute a fornire informazioni sull’intera catena del valore, con l’inevitabile coinvolgimento dei loro fornitori.
Inoltre anche gli istituti di credito, a loro volta obbligati a fornire informazioni sulla sostenibilità, potrebbero richiedere informazioni alle imprese loro clienti, a prescindere dal loro livello dimensionale.
Il provvedimento entrerà in vigore il 25 settembre 2024.
Cordiali saluti