Le previsioni economiche sono sempre più collegate agli sviluppi della situazione in Ucraina, che in modo del tutto evidente sta costringendo il Governo ad adottare interventi per mitigare le possibili ricadute del conflitto sulle imprese e sui cittadini.
In questa delicata congiuntura, complici le imminenti tornate elettorali (il voto per le Amministrative tra pochi mesi e, nel prossimo anno, il rinnovo del Parlamento), si registra l’acuirsi di prese di posizione da parte delle forze politiche.
Solo degli irresponsabili potrebbero pensare, nel contesto attuale, di alimentare tensioni. Questa non è una constatazione indirizzata solo alle forze politiche ma anche a taluni media che preferiscono amplificare le divisioni anziché cercare di favorire ragionamenti pacati, anche se fermi. Avviene rispetto al tema dei contagi, ancora presenti, anche se informa ridotta, sulla tassazione degli immobili, sugli episodi di violenza e sulle misure da adottare. Arrivo ad affermare che il senso di responsabilità sia poco presente.
Anche il mondo dei trasporti ne risulta coinvolto. La recente sottoscrizione di un protocollo ed il D.L. che ne ha recepito gran parte dei contenuti, prevede misure di un qualche interesse. È tuttavia necessario che, senza indugi, si rendano efficaci i provvedimenti concordati. Questo significa che debbono essere emanati gli atti necessari a concretizzarli, essendovi le risorse disponibili. Non vivo su Marte e quindi mi rendo conto che, in un quadro come quello attuale, gli uffici del Ministero sono alle prese con molteplici difficoltà, aggravate dalla ormai cronica carenza di personale dirigenziale. Tuttavia, non posso non constatare come, a livello politico, si preferisca più lanciare annunci roboanti che occuparsi delle contingenze presenti.
La situazione non va sottovalutata, anche perché i seminatori di discordia sono sempre all’opera e, se non si daranno risposte immediate e certe alle imprese in sofferenza, il rischio dell’acuirsi delle tensioni diventa evidente.
Questo potrebbe facilitare il lavoro ad alcuni personaggi abituati a diffondere menzogne e spacciare resoconti parziali o tendenziosi dei fatti. Io ne ho fatto esperienza diretta proprio in questi giorni, essendo stato bersaglio delle falsità pubblicate in un articolo apparso su un settimanale e delle frecciate velenose di una squalificata presidente del passato.
Non si può sempre chiedere senso di responsabilità ad una sola parte. Anche la recente decisione assunta
per prorogare la misura sulla riduzione del prezzo alla pompa che il Governo ha assunto per tutti (scelta più
che comprensibile e giusta) se tuttavia non è accompagnata con la ripartizione dei 500 milioni da assegnare
alle imprese di autotrasporto merci, crea solo inquietudine ed interpretazioni diverse tra coloro che devono
programmare le attività.
Le notizie sulle azioni speculative sui prezzi del gasolio e gli annunci di ulteriori stanziamenti sulla transizione ecologica, che interesseranno scenari futuri (molto futuri), non aiutano a distendere gli animi. Possibile che non si comprenda come vi sia, in momenti come quelli che viviamo, la necessità di occuparsi più degli interventi aventi effetti immediati? Il che non significa rinunciare allo sforzo comune per disegnare il domani, ma cercare di ridurre l’impatto che, a situazione esistente, grava sulle imprese e sui cittadini con misure non solo annunciate ma rese, così come programmato, efficaci in tempi rapidi.
Non si tratta solo di ulteriori stanziamenti ma di rendere applicabile quanto concordato. Oggi più che mai il peso delle parole e degli impegni è determinante. Non si lascino sole le realtà responsabili!
Si usa dire, anche se non propriamente aderente alla realtà che ad innescare la ribellione, che poi divenne la Rivoluzione francese, fosse la frase della regina Maria Antonietta che avrebbe risposto all’affermazione: “il popolo ha fame” con “diamo loro delle brioches”. Ora, di fronte ad esigenze vitali per le imprese, non si può addurre la mancanza di personale e soprattutto non si può permettere che il confronto concordato produca il nulla o, peggio ancora, non si realizzi.
Comprendo bene che esistano impegni di natura diversa a livello politico, ma individuare una figura che mantenga i rapporti costanti eviterebbe il generarsi di incomprensioni e, soprattutto, toglierebbe ai mestatori lo spazio di manovra per generare stati confusionali e di ansietà. Le persone, ma soprattutto le imprese, sentono come esigenza primaria la conoscenza. Diamogliela!