E allora gli SCONTI sui PEDAGGI??!!

Febbraio 20, 2022
Attività sindacale
TUTTE LE CIRCOLARI
E allora gli SCONTI sui PEDAGGI??!!

In queste ultime settimane l’incremento vertiginoso del costo del gasolio ha rotto i freni della protesta dei trasportatori. Del resto l’esito dell’incontro fra il vice Ministro Bellanova e le associazioni di categoria ha deluso le già deboli speranze degli autotrasportatori fin troppo abituati a quanto le Istituzioni trascurino le sofferenze e l’indispensabilità del settore.

Come in tutte le migliori famiglie quando scoppia la protesta si identificano una serie di colpevoli della situazione, rigorosamente all’esterno delle proprie aree di responsabilità in un coacervo di analisi talvolta diametralmente opposte fra autisti dipendenti e imprenditori ancorchè monoveicolari, ma spesso concordi nella lista degli imputati.

Oltre a quelli più naturali cioè la Committenza, il Governo, l’Europa, gli Intermediari, gli stranieri e altri ancora, l’unica area universalmente giudicata colpevole a priori è quella delle associazioni di categoria.

Le ragioni di questo linciaggio mediatico sono diverse, talvolta ragionevoli ma frequentemente travalicano anche la creatività delle più ardite teorie complottistiche e terrapiattiste.

Fra queste vorrei oggi soffermarmi su una querelle che in questi giorni sta tornando di moda soprattutto perché alimentata dalla mancanza di informazione, laddove non da mala informazione costruita ad hoc da profeti del “tanto peggio tanto meglio!”

Mi riferisco alla polemica intorno agli sconti per i pedaggi autostradali e alle ragioni della loro attribuzione ai consorzi piuttosto che ai singoli trasportatori al casello. Il seguito di questa discussione scivola poi necessariamente nella ingiustificata protesta verso le associazioni di categoria asseritamente beneficiarie di questo regime agevolativo.

Sull’argomento ritengo opportuno fare un pò di chiarezza.

Ma è opportuno fissare alcuni punti certi:

  1. Gli sconti sui pedaggi autostradali, indipendentemente da chi se ne faccia carico, sono una conquista degli autotrasportatori, considerato il notevole impatto dei relativi costi sui rispettivi bilanci
  2. I Governi che si sono succeduti negli anni hanno messo a disposizione le risorse finanziarie per rispondere alle richieste degli autotrasportatori, incaricando il Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori di gestirle determinandone i corretti e legittimi criteri di attribuzione;
  3. Le risorse sono a disposizione di tutte le imprese e i loro consorzi/cooperative italiane  e comunitarie autorizzate al trasporto in conto terzi e conto proprio, operanti nel territorio nazionale (e non potrebbe essere diverso)
  4. Le risorse vengono messe a disposizione  di norma annualmente ed hanno un valore massimo definito, per l’hanno 2022 si tratta di euro 140.000.000.

Fatte queste dovute premesse va precisato che la ragione principale per cui venne accolta la richiesta degli autotrasportatori era proprio l’utilizzo professionale e massivo dei percorsi autostradali e gli elementi che identificavano tali caratteristiche non potevano che essere il fatturato delle aziende e la portata dei rispettivi automezzi.

Inoltre la crescente sensibilità ai temi della Sostenibilità ambientale negli anni ha indotto l’Istituzione a modulare l’entità degli sconti sempre più a favore delle classi EURO  più alte.

Da qui sono emerse le tabelle di sconti parametrate rispetto alle fasce di fatturato e alle classi euro che automaticamente, anche se meritatamente hanno avvantaggiato i trasportatori conto terzi nazionali, considerati appunto i maggiori fatturati in Italia, la maggiore propensione all’investimento e la più agevole possibilità di costituirsi in consorzi, rispetto ai vettori in conto proprio ed ai vettori esteri, per raggiungere con i pedaggi fatturati consolidati più consistenti.

Pertanto possiamo subito dire che qualsiasi impresa può costituire un consorzio, laddove non esistente, per raggiungere fasce di sconto più alte, senza dover aderire ad alcuna associazione di categoria: in Italia esistono decine di consorzi costituiti ad hoc per dare servizi ai piccoli trasportatori, fra cui i il pagamento differito dei pedaggi autostradali, non collegati ad associazioni di trasportatori ed hanno pieno accesso ai benefici della normativa.

Ovviamente le aziende che individualmente raggiungono fasce di sconto soddisfacenti non hanno obbligo o necessità di aderire a consorzi.

E’ evidente che il pagamento differito effettuato in nome e per conto dell’associato preveda necessariamente la richiesta di una fideiussione e/o di un pegno a garanzia del puntuale pagamento, oltre ai relativi costi amministrativi di rifatturazione, incasso e controllo i cui oneri devono essere addebitati in percentuale sui pedaggi effettuati e sugli sconti ricevuti.

Va precisato che di norma l’addebito di molti consorzi è ritardato rispetto al normale addebito diretto dei gestori dei pagamenti (Telepass, DKW) offrendo un’ulteriore dilazione inoltre che la fideiussione e/o il pegno sarebbe richiesto anche al singolo trasportatore anche in un rapporto diretto con il gestore.

Ma il tema della percentuale trattenuta dai consorzi è quello che di più suscita la dietrologia maliziosa dei trasportatori e dei “masaniello de noantri” e su quello voglio provare a fare un conto della serva. Del resto sono abituato a riflessioni e video sui social in cui alcuni fanno valutazioni macroeconomiche mentre guidano, per cui posso pur permettermi una stima di quelli che sarebbero i benefici che i trasportatori avrebbero se le risorse per i pedaggi autostradali fossero riconosciuti al casello a tutti.

Infatti è importante innanzitutto ricordare che le risorse messe a disposizione dal Governo hanno un tetto massimo di euro 140.000.000, e non sono espresse in percentuali rispetto al fatturato, del resto nel caso che i pedaggi effettuati dagli aventi diritto superino le stime, le percentuali vengono ridotte per rientrare nel tetto massimo stabilito: per tale ragione non può essere determinato a priori!!

Da elaborazioni di vari centri studi risulta che in Italia circolano circa 700.000 mezzi italiani ed esteri che per portata hanno diritto agli sconti previsti dalla norma. Per le differenti classi di portata degli stessi concedetemi di considerare un fatturato medio di pedaggi annuo per veicolo di euro 10.000,00 sebbene la maggior parte dei veicoli abbiano costi ben maggiori: in questo caso il fatturato complessivo in pedaggi di tutti gli autoveicoli circolanti sarebbe di circa euro 7.000.000.000,00.

Pertanto se le risorse messe a disposizione dal Governo fossero confermate in euro 140.000.000 e distribuite al casello ogni autoveicolo percepirebbe mediamente uno sconto del 2% e comunque non potrebbe essere determinato a priori per doverne verificare la copertura rispetto alla spesa complessiva alla fine dell’anno. Questo conteggio è indubbiamente effettuato su dati medi ma non può andare molto lontano dalla realtà considerato che gli euro 3 non avrebbero diritto a sconti.

Ebbene le eventuali commissioni richieste dai consorzi per il mantenimento della necessaria struttura amministrativa restituiscono agli associati percentuali di sconto comunque ampiamente al di sopra di quanto verrebbe percepito se le risorse fossero distribuite a pioggia su tutti gli aventi diritto. Questi ultimi per legge, è bene ricordarlo, sono appunto tutte le imprese autorizzate al trasporto conto proprio e conto terzi a livello nazionale e comunitario e non solo i contro terzi italiani. Inoltre nelle fasce di fatturato più alto anche i veicoli euro 3 riescono a ricevere una minima agevolazione.

Mi preme poi precisare che nei paesi in cui è previsto uno sconto dato direttamente ai trasportatori , Francia e Germania ad esempio, le percentuali sono molto più basse e le imprese penalizzate sono risultate proprio le più piccole, visto che anche lì  gli sconti variano sul fatturato.

Questo è un momento molto delicato per l’autotrasporto e per l’intero Paese: sarebbe opportuno non alimentare inutili e artificiose polemiche per creare divisioni e ostilità proprio quando si ha ancora più bisogno di concentrarsi sulle cose che uniscono la categoria piuttosto che su quelle che la dividono.

Per tale ragione bisogna essere informati ed approfondire gli argomenti prima di farsi convinzioni sbagliate e controproducenti.

Le associazioni possono aver commesso degli errori nel non riuscire a trovare sempre lenecessarie convergenze, ma rimangono tuttora le uniche capaci di fare una difficile sintesi fra le diverse istanze mosse dai rispettivi associati: la loro delegittimazione gratuita, quando non è un passatempo per chi non ha nulla da perdere, è un atto di autolesionismo per gli autotrasportatori stessi, anche per chi non è iscritto.

Al contrario gli iscritti facciano sentire la loro voce in ogni occasione e mezzo: i social, gli incontri, le assemblee, il rinnovo cariche e quant’altro: questo rende più forti le associazioni di categoria.

Buona strada!

Natalino Mori

Vice Presidente

FAI-CONFTRASPORTO

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